EDUCAZIONE AMBIENTALE E SOSTENIBILITA’

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Glocal Education
Un progetto che nasce dalla collaborazione quindicennale tra il nostro gruppo di ricerca e l’associazione Marine & Freshwater Science Group Association con l’obiettivo di diffondere la consapevolezza ambientale tra i turisti. Il comportamento responsabile dei turisti nei confronti dell’ambiente è un aspetto particolarmente critico per quanto riguarda la sostenibilità dell’attività turistica, che basa la propria economia sulla ricchezza e sulla bellezza delle risorse naturali.
Gli educatori ambientali di Glocal Education coinvolgono i turisti presenti nei resort dei tour operator partner del progetto in percorsi formativi che prevedono lezioni di biologia, escursioni in mare e a terra ed esercitazioni pratiche di riconoscimento e identificazione delle specie osservate durante le escursioni/lezioni. I ricercatori coinvolti quantificheranno l’effetto dei percorsi formativi sulla consapevolezza ambientale dei turisti coinvolti e sul loro comportamento nei confronti delle risorse naturali, contribuendo a rendere il turismo una risorsa economica e sostenibile.

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MONITORAGGI AMBIENTALI

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“Divers United for the Environment” – Progetto Biodiversità Subacquea del Mediterraneo
Iniziata nel 2017, questa ricerca ha lo scopo di stimare il grado di biodiversità degli ambienti marini lungo le coste del Mediterraneo, prendendo in considerazione la distribuzione di alcuni organismi considerati come indicatori. I dati sono raccolti da subacquei sportivi mediante la compilazione di una apposita scheda di rilevamento.
Questa ricerca è la continuazione di una precedente indagine (Sub per ‘Ambiente).
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Progetti conclusi

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2006-2015 “STE – Scuba Tourism for the Environment” -Red Sea Biodiversity Monitoring Program
Le attività dell’uomo causano la scomparsa di molte piante e animali e creano ambienti “alterati, innaturali” che appaiono biologicamente omogenei, dominati solo da alcune specie resistenti. Gli ambienti “inalterati, naturali” presentano invece un elevato grado di eterogeneità biologica o biodiversità, perché in essi vivono numerose specie animali e vegetali in equilibrio tra loro. Questa ricerca, avviata nel 2006, ha lo scopo di stimare il grado di biodiversità dell’ambiente corallino lungo le coste del Mar Rosso, quindi a valutarne lo stato di salute. I dati, a partire dal 2007, saranno raccolti dai turisti subacquei mediante la compilazione di una apposita scheda di rilevamento. La prima fase del progetto, si è conclusa nel 2010, con oltre 17500 schede di rilevamento. La seconda fase, attualmente in corso, si concluderà nel 2014.
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2002-2005 “Sub per l’Ambiente” – Progetto Biodiversità Subacquea del Mediterraneo
Le attività dell’uomo causano la scomparsa di molte piante e animali e creano ambienti “alterati, innaturali” che appaiono biologicamente omogenei, dominati solo da alcune specie resistenti. Gli ambienti “inalterati, naturali” presentano invece un elevato grado di eterogeneità biologica o biodiversità, perché in essi vivono numerose specie animali e vegetali in equilibrio tra loro. Questa ricerca è stata avviata nel 2002 con lo scopo di stimare il grado di diversità biologica degli ambienti marini lungo le coste italiane, prendendo in considerazione la distribuzione di alcuni organismi considerati come indicatori. I dati sono stati raccolti dai subacquei sportivi mediante la compilazione di una apposita scheda di rilevamento.
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1999-2001 “Missione Hippocampus Mediteraneo”
Iniziata nel 1999, è stata la prima ricerca sulla distribuzione geografica ed ecologica dei cavallucci marini del nostro mare. Lo scopo di questa ricerca era raccogliere indicazioni sulla qualità dell’ambiente marino utilizzando, invece delle tradizionali analisi chimiche, costose e con una serie di limiti, un così detto indicatore biologico, in altre parole un organismo delicato che con la sua presenza o assenza indichi rispettivamente una migliore o peggiore qualità ambientale. L’organismo prescelto era il mitico cavalluccio marino, Hippocampus hippocampus e Hippocampus ramulosus. I risultati del progetto sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Conservation Biology, edita dalla Associazione Statunitense per la Biologia della Conservazione.Cover_Conservation_Biology

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